Il Brescia Oggi

Tarantini (A2A): «Edison
Siamo sulla strada giusta»

Venerdì 07 ottobre 2011 pag 8, Mimmo Varone

Il presidente fiducioso nel risultato: «Trovato il punto comune con Iren» Ma l'«affaire» Montenegro rischia di appesantire il debito dell'azienda

Da sinistra Fabio Capra e Aldo Rebecchi (Pd) con Graziano Tarantini
Una buona notizia c'è. Ed è che dopo sei mesi persi dietro alle idee del governo e del ministro Paolo Romani, l'unica ipotesi che resta sul tappeto nella trattativa tra A2A e i francesi di Edf su Edison, è quella di marzo, vale a dire dello spacchettamento di Edipower in idroelettrico e termoelettrico e l'acquisizione del primo dalla multiutility.
Di più, il presidente del Consiglio di sorveglianza Graziano Tarantini rivela che due giorni fa è stato trovato «un punto comune con Iren (altro azionista di Edison, Ndr) molto vantaggioso per entrambi». Non che sia finita, perchè si devono ridefinire i valori tanto dell'idro che del termoelettrico, ma Tarantini è ormai fiducioso nel risultato.
UGUALI RASSICURAZIONI non riesce a dare sull'affaire Montenegro, però. Di quella questione il vecchio Consiglio di sorveglianza non ne sapeva nulla. Tarantini, che guida il nuovo, assicura di non averne alcuna nessuna responsabilità. Se l'Operazione Montenegro ha dei responsabili (come ce li ha) stanno altrove. E ora sarebbe anche il caso di conoscerli. Perchè l'ingresso della Multiutility nel capitale di Epcg, l'azienda di stato montenegrina per l'energia, sta pesando per 480 milioni di euro e sembra destinata a gravare sempre più sul debito dell'azienda.
Il cavo da 750 milioni di euro che Terna dovrebbe posare sul fondo dell'Adriatico è in ritardo e chissà se si farà. Le azioni Epcg sono passate dagli 8 euro dell'acquisto agli attuali 2,50. Il paese balcanico non è in grado di dare nessuna assicurazioni sui tempi di un piano industriale. Intanto ci sono tremila dipendenti montenegrini da pagare e una prospettiva di perdite anziché di utili. Ieri si è avuta pure una implicita conferma del «rumor» secondo cui A2A avrebbe ereditato con le azioni Epcg pure una quota di Prva Banka, che fa capo alla famiglia dell'ex premier Milo Djukanovic indagato dalla magistratura di Bari per contrabbando di sigarette. La ciliegina sulla torta.
Proprio ieri Tarantini è stato ascoltato dalle commissioni congiunte Bilancio e Partecipate, presiedute dai Pd Fabio Capra e Aldo Rebecchi. Ha assicurato che la situazione è «costantemente monitorata e sotto controllo».
SI DOVEVA PARLARE soprattutto di Edison, ma le questioni sono tante. E alla fine ruotano in gran parte intorno agli indirizzi strategici che i due azionisti di maggioranza (i Comuni di Brescia e Milano) devono dare all'azienda prima del rinnovo delle cariche (e dell'alternanza alla sorveglianza e alla gestione). Ieri è venuto chiaro che la scelta è tra l'energia (come vorrebbe il presidente della Gestione Giuliano Zuccoli) e l'ambiente (rifiuti, produzione cdi calore...) che terrebbero l'azienda più legata al territorio, e di cui si fa paladino Tarantini.
L'avventura in Montenegro sarebbe nata dal prevalere delle scelte milanesi, le stesse - ha fatto capire Tarantini - che con Edison hanno voluto giocare la carta dell'”Italianità” ma ha dovuto desistere. Una scelta che «avrebbe pesato per circa 800 milioni sulla nostra posizione finanziaria - dice il presidente del Cds - mentre lo spacchettamento ci porta 180 milioni all'anno di positivo». Insieme a un idroelettrico Edipower con concessioni trentennali che aiutano a mettere in buona luce A2A di fronte alle società di rating in vista della scadenza 2012-13 di diverse linee di credito. I consiglieri hanno sottoposto Tarantini a un fuoco incrociato di domande. In risposta, il presidente del Cds nega che ci sia sul tappeto l'ipotesi di una Multiutility del Nord con Hera e Iren. Garantisce che seppure con un anno e mezzo di ritardo, il centro di formazione aziendale verrà fatto a Brescia. Quanto all'ipotesi di assegnare i servizi ambientali a Brescia e l'energia a Milano, «non è nuova – dice - ma non è mai entrata nel piano industriale a causa della questione Edison».